martedì 27 marzo 2012

"LA DANZA DEL DESTINO: RITORNO A SARAJEVO"

La settimana scorsa sono stata a Siena. Rapita, completamente, da quell'aria cosmopolita che si respira e che si confonde con il profumo dell'arte medievale.
Durante il mio soggiorno (purtroppo breve), ho visitato una mostra fotografica e vorrei condividere con voi questi scatti e le emozioni che mi hanno suscitato.
"La danza del destino: ritorno a Sarajevo", è il lavoro del fotoreporter Agostino Pacciani che racconta in 26 coppie di immagini la Sarajevo del 1994 e la Sarajevo del 2004.
Quello jugoslavo viene ricordato come uno dei più feroci conflitti del '900: in quei luoghi del dolore, della guerra e della tragedia Pacciani, originario delle terre senesi, ha fotografato i suoi "soggetti".
Pacciani ha detto che si è trattato di "scatti rubati". E' così che dieci anni dopo, ritornando a Sarajevo, cerca di restituire a quelle persone la loro identità.
Le immagini narrano di una storia cruenta, di vite spezzate improvvisamente, di infanzie bruciate, di sogni soffocati, di una pace concordata dai potenti del mondo che stentano a mantenere le loro promesse.
Ecco le immagini che più mi hanno colpita:

Ieri una ballerina si allenava alla sbarra, oggi è introvabile...l'immagine è sfocata, segno di una vita che non c'è più...


'94: quello che resta della biblioteca, simbolo e centro della cultura


La guerra ha cambiato il percorso di vita di molti: la famiglia Demala dimezzata



...La distruzione e la modernità: il passato e il futuro...


Bambini innocenti giocano dietro un parabrezza crivellato di colpi, oggi posano dietro una vetrina di un negozio di prodotti tecnologici


Uno scultore di tombe...lui è sempre là...la vita tramonta, il suo mestiere no...





 Hana gioca sorridente in una carcassa di un'automobile, ignara di cosa il destino le riserverà.
Hana oggi è una donna in carriera...




La tragicità degli eventi traspare palesemente da queste foto.
Per me quest'immagine rappresenta non solo il riscatto di Hana ma, il riscatto di tutti coloro che, hanno vissuto, e continuano a patire enormi sofferenze sulla propria pelle.







clokinRosa

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